Gran parte dell’Italia, come è noto, è sede di eventi sismici: in base al D.M. 1 aprile 1993, il territorio nazionale, sulla base dell’analisi degli eventi storici, è stato distinto in tre zone a diverso grado di pericolosità. Per ciascuna di queste zone si sono individuati dei coefficienti sismici di riduzione da applicare nel calcolo delle fondazioni di qualsiasi edificio. Sarebbe auspicabile che non soltanto si rispettasse la normativa nella realizzazione di nuove strutture ma si procedesse anche all’adeguamento degli edifici esistenti, rendendoli idonei a sopportare, senza danni di rilievo, gli effetti delle sollecitazioni sismiche.
Per quanto riguarda poi i provvedimenti non strutturali, sarebbe opportuno che la pianificazione urbanistica cominciasse a tener conto delle indicazioni della microzonazione sismica che permette di individuare le aree più idonee, sotto il profilo geologico e geomorfologico, ad assorbire gli effetti del terremoto. L’unica difesa che purtroppo abbiamo attualmente da un terremoto consiste infatti nella prevenzione, dal momento che il rischio sismico risulta ancora non prevedibile.
Vedi anche: Definizione dello scenario
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